Lettera di un docente precario verso gli organi parlamentari.

Egregio Deputato,

scrivo perché mosso da profonda indignazione per le svariate scelleratezze che, senza sosta, si accavallano nella rete, ma soprattutto per la profonda fiducia che ancora mi sento di riporre nelle Istituzioni.

Sono un precario, non abilitato, di III fascia, che, da ormai troppo tempo, attende con ansia l’uscita del corso abilitante riservato.

La esorto a espletare i suoi doveri di deputato, nella riunione di mercoledì  6 febbraio, non in virtù della sua ideologia  politica, ma facendo appello alla sua coscienza di uomo.  Perché in tempi tristi, come i nostri, lo schieramento vale ben poco e i cittadini si aspettano solo che la politica scenda dagli altari dorati e si faccia vicina alle concrete esigenze di ciascuno, alle sue paure di ogni giorno, con i fatti e non con le sole parole.

Non creda alla fantasiosa leggenda del “merito” sepolto dall’ ondata di “sanatoria”. Negli anni, noi precari non abilitati non abbiamo “costruito” alcun servizio abusivo, ma ci siamo sempre mossi alla luce del sole, nel pieno rispetto delle regole, fornendo un servizio notevole allo Stato, spesso nella peggiore delle situazioni.  Perché noi, onorevole, viviamo da anni in un Limbo, in una condizione di perenne incertezza, non sapendo cosa sarà del nostro futuro, contentandoci  delle briciole che, per qualche momento, ci sono offerte. Molti di noi aspettano questa  approvazione per decidere della loro vita futura: c’è chi aspetta di sposarsi, chi di allargare la famiglia, chi di acquistare una casa…Molti di noi hanno lavorato spesso percorrendo 400 Km. al giorno, pur di portare a casa qualche giorno di servizio in più, perché spesso i contratti purtroppo vengono reiterati ogni 15 giorni e anche prendere una stanza in affitto diventa una scelta problematica.

Noi, egregio onorevole, abbiamo acquisito direttamente sul campo le competenze e le capacità necessarie ; nessun alunno ci ha mai richiesto un certificato di abilitazione, ma soltanto tanta dedizione, preparazione, capacità, passione per il lavoro e rispetto per l’altro. Noi chiediamo che mercoledì non si verifichino incivili fenomeni di astensionismo, che non si decida senza essere coscienti che da tale scelta dipende la vita e il benessere di molti, che si accolga, almeno parzialmente, la direttiva comunitaria che prevede la stabilizzazione lavorativa dopo tre anni di servizio professionale e che si dia così riscontro a quel diritto al lavoro e alla formazione che, costituzionalmente garantiti, devono rimanere princìpi fondamentali e inviolabili della nostra democrazia.

Il fatto che nella rete ci sia un proliferare di voci contro il tfa speciale non solo è disdicevole e avvilente per l’intera categoria insegnanti, ma è piuttosto eloquente circa gli interessi e le vere e proprie lobby che si nascondono dietro di esse.

Per quanto riguarda l’insegnamento di strumento musicale, che è quello che mi interessa, ci tengo a precisare che il tfa speciale verrebbe anche a colmare parzialmente gravi lacune che si sono aperte nel sistema formativo italiano. A fronte di corsi di studio decennali del vecchio ordinamento, riconosciuti come lauree magistrali dal decreto di stabilità, il fatto che si richieda ora  di frequentare un triennio di studio per conseguire l’abilitazione è a dir poco scandaloso!

E’ grave la discriminazione, rispetto a tutti gli altri corsi di laurea del vecchio ordinamento, ed è gravemente lesivo che ancora non sia stata data applicazione alle norme transitorie del  d.m. 249/2010   , come invece già è stato fatto per le altre classi di concorso.

Ci tengo a precisare poi che il percorso di abilitazione riservato ai docenti in possesso di  particolari requisiti di servizio è da sempre esistito; non è un’invenzione di ora; non si capisce perchè si debba negare oggi una possibilità che si è sempre riconosciuta in passato, spesso proprio a coloro i quali oggi vi si oppongono con tenacia. Inoltre non si coglie il senso per cui tale provvedimento, dopo un lunghissimo iter che ha visto i pareri favorevoli dei più alti organi dello Stato e accettato fino a qualche giorno fa all’unanimità dalla VII Commissione Cultura del Senato, con la rappresentanza di tutte le forze politiche,debba adesso incontrare ostacoli tali da impedirne l’effettiva realizzazione.

Il  fatto poi che, dietro le posizioni contrarie al tfa speciale, ci siano spesso numerosi professori di Conservatorio (dotati del resto del nostro stesso titolo di studio), non deve dare alla loro richiesta un maggiore prestigio, anzi !Perché è proprio lì che va ricercata la causa prima di questo circolo malato.

Non credete al fatto che noi insegnanti senza abilitazione abbiamo avuto a disposizione vari cicli abilitanti e che non abbiamo avuto voglia di approfittarne…si trattava infatti di corsi che prevedevano all’incirca quindici  posti a classe di concorso in tutta Italia…La maggior parte di noi ha puntualmente tentato le selezioni e non è mai stato preso…non perché  non avesse “merito”, ma perché, quando in una regione i posti liberi sono solo quattro o cinque, ecco allora che, sotto le spoglie del merito, si annida la raccomandazione!

Chi, come noi, gentilissimo onorevole, non ha avuto la capacità o la volontà di piegarsi a questo sistema perverso, non può oggi, dopo anni di leale servizio nella scuola pubblica, essere pure tacciato di “de-merito” e di mancato rispetto delle regole.

Si vergognino i responsabili di tale stato di cose ; si vergogni chi decide a tavolino chi può avere accesso alla formazione e chi no; si vergogni  chi vende i posti ; si vergogni chi stabilisce che, in un Paese democratico e civile, ci debba essere un numero di posti, a livello nazionale, che potrebbe bastare a stento per una sola regione; si vergogni chi, per rimpinguare le casse dei Conservatori, allunga oltremodo i tempi del corso degli studi, negando il diritto di ciascuno al lavoro ; si vergognino, a pari titolo, i conniventi e coloro i quali, guardando solo ai propri interessi, si fanno complici di tutto ciò.

Voi,egregio deputato, che rappresentate le Istituzioni e agite nell’interesse di tutti, date un segno forte, tirateci fuori da questo Limbo che è preludio all’Inferno; voi soli potete e dovete intervenire e adoperarvi nell’interesse dei più deboli per la crescita di tutta la Nazione.

Con estrema fiducia,

M° Caltagirone Carmelo

 

 

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Egregio Deputato