Petizione n. 0631/2020, presentata da Aldo Esposito e Ciro Santonicola, cittadini italiani, sul riconoscimento ai docenti precari dell’abilitazione all’insegnamento “maturata sul campo”

Sintesi della petizione

I firmatari, avvocati per conto dei docenti precari italiani, non abilitati all’insegnamento, con servizio triennale reiterato, chiedono l’intervento della commissione per le petizioni per la corretta applicazione alla fattispecie della normativa comunitaria in materia di professioni regolamentate ( in particolare, la direttiva 2013/55/UE) e l’attuazione della clausola 5 dell’accordo-quadro (direttiva 1999/70/CE) contro l’abuso di reiterazione dei contratti a tempo determinato nei confronti dei docenti in questione. Secondo i firmatari, l’11/6/19 il Governo italiano aveva pattuito con tutti i sindacati della scuola l’avvio, entro il 2019, di percorsi abilitanti, non selettivi, riservati ai docenti di scuola secondaria con pregressa esperienza di servizio (3 anni). Tale intesa sarebbe stata disconosciuta dal nuovo governo Conte (in carica dal 5 settembre 2019), che ha emanato, in sostituzione, il cd. decreto scuola (n. 126 del 28/12/19). Esso prevede il reclutamento di soli 24 mila docenti, mediante concorso per titoli ed esami, nel triennio 2020/23, a fronte di un comparto di oltre 100mila docenti non stabilizzati, che avrebbero dovuto essere “abilitati sul campo”. I firmatari fra l’altro argomentano l’incompatibilità dei termini “abilitazione e/o idoneità” introdotti dal legislatore italiano con la normativa comunitaria che regola il sistema generale delle professioni regolamentate nell’UE e ne deducono che le procedure definite abilitanti non rientrano nei titoli di “qualifica professionale”, che danno accesso alla professione di docente. Sono tali infatti solo i titoli di studio elencati nel decreto ministeriale n. 39 del 30/1/98. “Dalla lettura sistematica della normativa europea rilevante, risulta chiaro che solo i docenti in possesso di tali titoli sono idonei all’esercizio della professione regolamentata”. Sottolineano infine che agli insegnanti precari, che hanno all’attivo un reiterato servizio nella scuola italiana, spetta “il riconoscimento formale dell’abilitazione maturata sul campo”.

 

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